domenica 30 dicembre 2007

Sunday morning

-Gio, svegliati. Devo andare.

Il primo pensiero conseguente a questa frase pronunciata da mio fratello (che è pronto per partire alla volta di Onore, una località che ignoro nel modo più assoluto, e festeggiare là con i suoi amici il nuovo anno) preferisco non riportarlo, potrei risultare volgare oltre che offensivo nei confronti di tutta una categoria -ampia- di persone che incontrerò da lì a 5 minuti circa.
Sono le 8.40 di una fredda e tipicamente invernale domenica, uno di quei giorni in cui restare nel caldo quasi uterino del letto è quasi obbligo, oltre che una necessità, data la giovanile abitudine di andare a letto tardi il sabato sera.
Non oggi. Oggi c'era un cappucccino che mi aspettava alle 9 con le persone, o meglio, i vecchi, che hanno appena assistito alla prima funzione religiosa del giorno: quella che, a mio avviso, è senza ombra di dubbio il ritrovo dei temerari, degli annoiati e di chi vuole essere in prima linea.

-Ciao, ragazzi. Buon anno e divertitevi. Simpatici e tutto però...io me ne torno a letto.

Questo è quello che ho detto a mio fratello ed ai suoi amici prima di rispedire me stesso alla volta di casa e conseguentemente, il letto, che con qualche speranza, se ho fatto tutto abbastanza veloce, posso trovare ancora un poco caldo.
Durante il breve tragitto in macchina, dentro di me già sapevo che non sarei tornato a letto, anzi, avrei usato il tempo il tempo extra dedicandolo a me stesso facendo le cose che mi piacciono. L'ascolto di musica, il relax, imparare qualche canzone con l'aiuto di un qualche tabulato per chitarra, peraltro sbagliato, postato da qualch'essere nato e cresciuto chissà dove.
Dico tempo extra perchè di fatto, ho perso la confidenza con le domeniche mattine dato che, come la maggior parte dei coetanei, la spendo completamente a letto.
Questa prolungata abitudine mi porta a nutrire uno strano interesse verso questo periodo della settimana cosiderando che, non solo è quasi una novità per me essere sveglio, ma anche per il fatto che in effetti, quello che mio Zio mi diceva quando ero bambino era la verità. E lo capisco solo ora.
Chiariamoci. Quando ero piccolo capitava qualche volta che uno dei miei zii, veniva a svegliare me e mio fratello per portarci con lui a godere della domenica mattina. Si poteva andare più o meno ovunque: In città a far colazione, ai negozietti della minitalia, all'addestramento dei cani. Il luogo non ha una grande rilevanza. L'importante è essere mattinieri, perchè solo in questo modo il gioco vale la candela.

-Mi piace la domenica mattina presto. Vedi la tranquillità. Vedi la città che si sveglia. Nessuno rompe le palle.

Diceva lo Zio. Lì per lì, con la testa da bambino, questa frase suscita un senso che si avvicina a qualcosa che può essere collocato tra comprensione e interesse. Perchè come spesso accade quando sei piccolo, si ignorano nel modo più assoluto le ragioni, le giustificazioni o le spiegazioni, dando così spazio alla forma più elementare ed ingenua, ma allo stesso tempo la più efficace, di apprendimento: quello emotivo. Interiorizzare un concetto plasmando un ricordo emotivo nel cervello, che poi sarà sempre, sempre, lo stampo per cui si compareranno le sensazioni simili a venire.
Ora come ora, sono quasi del sicuro che se finalmente dopo anni e anni ho realmente -e profondamente capito- ciò che lo Zio intendeva anni or sono, lo devo esclusivamente al pezzo di memora emotiva che la mia testa aveva conservato gelosamente in tutti questi anni riguardante questo episodio in particolare.
Una frase come un'altra, un'assemblamento di parole semplici, usate (singolarmente) moltissimo, probabilmente fino alla nausea, portatrici di un concetto elementare e primario, che per un bambino e per l'uomo che ne sarà, possono significare il mondo.

E' questo uno di quei momenti in cui capisci che il denaro, per quanto potente sia il suo significato fornitogli dalla collettività di cui quasi tutti facciamo parte, e il consumo in quanto mezzo per soddisfare i capricci di un bambino viziato, svolge un ruolo meno che marginale nella costruzione di un'educazione e di una personalità mentale ed emotiva, oltre che alla felicità dell'individuo. Un cazzo di grillo parlante, per quanto possa essere istruttivo e divertente, non mi avrebbe mai fatto capire il senso della domenica mattina pronunciando con quella voce meccanica e monotono le parole "d o m e n i c a - m a t t i n a".
Una macchina, non può trasmettere una comunicazione emotiva e di conseguenza la forma primaria e più di educazione, formazione, comunicazione e memoria.

Tengo a precisare che, Questa tesi non è da considerare un qualcosa di arbitrario, ma un'interpretazione di uno stato d'animo che permette a me e non so quanti altri, di dare un senso a questo periodo della settimana.

Smettetela di comprare merda a coloro che avranno in mano il (dubbio) futuro. Condividere le esperienze e il tempo con loro e ciò di cui tutti abbiamo bisogno.

Perlomeno, smettetela con le lamentele riguardo al fatto che il mondo gira nel modo sbagliato, è tutta colpa nostra.

lunedì 24 dicembre 2007

E Così Fu

Come volevasi dimostrare, l'ultima settimana universitaria prima delle tanto attese (da chi?) vacanze natalizie si è rivelata cattiva. Un vero macello.

Da contarsi N°3 sbornie rispettivamente di martedì per il compleanno della Chicca (auguri ancora), mercoledì per la festa in Borgo Anale, e venerdi per la cena di natale che si è rivelata un devasto. D'altra parte era giusto così.
Urge un ringraziamento al Pub/Ristorante Bertoldo e Bertoldino che nonostante gli innumerevoli giri di montenegro a fine pasto, che tra l'altro non era neanche il massimo, non ha alzato il prezzo del menu a prezzo fisso.
Il cibo e il vino non era certo dei migliori, però con un prezzo del genere e con il vino illimitato, non si può pretendere più di tanto.

A fatica, sono riuscito ad arrivare alla fine di questa settimana che però, mi indirizza nel tunnel della settimana delle feste cioè, un altro bel casino.
Tutto Daccapo. Cene, alcool e sbrago.

Tra i buoni propositi dell'anno prossimo, per forza, bisogna aggiungere la fine di questa vita da fattoni che è divertente, molto divertente, però non va bene per un periodo troppo prolungato. Almeno questo è quello che il mio fegato e il mio cervello suggeriscono.


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Now playing: Swod - Belgien
via FoxyTunes

sabato 15 dicembre 2007

Arriva la settimana prima delle vacanze natalizie. Niente di strano, arriva tutti gli anni.

Quest'anno però si preannuncia una settimana di fuoco: tra compleanni, cene e feste eventuali c'è il rischio che questa settimana diventi quasi come quella famosa settimana prima che Paolo partisse per Berlino. A proposito, grazie ancora per il posacenere, spacca davvero.

Intanto, come tutti gli anni (più o meno), quasi nessuno ha una minima idea di cosa fare la sera di san Silvestro. Boh!

Anche io, infine, ho dovuto cedere al fascino del Dubstep e continuo ad ascoltarmi l'ultimo album di Burial che tra l'altro consiglio a tutti.

"E' una figata, dovresti provare" cit.



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Now playing: Burial - Homeless
via FoxyTunes

giovedì 6 dicembre 2007

Pin di Merda

La mia nuova SIM della Tim era attiva da due giorni. Al momento in cui scrivo è già bloccata. Certo, poca gente è capace di tutto ciò, non credo però che questa sia una cosa di cui andare fiero.

Avete presente la tessera in cui c'è incastrata la sim, e in cui ci sono, da grattare con una moneta a mò di gratta e vinci, il codice PIN e il codice PUK?
Ebbene, sono stato capace di perderla più o meno istantaneamente, non avendo tempo per memorizzare il nuovo codice PIN. Di conseguenza, mi sono trovato davanti ad un bivio: non spegnere mai il cellulare, in modo che così facendo non avrei mai dovuto immettere il codice di protezione, oppure tentare di cambiare il PIN. Decisi di optare per la seconda scelta, tanto è un problema che prima o poi avrei dovuto affrontare, no?
Morale della favola: SIM bloccata. Come volevasi dimostrare. Pensavo di ricordarmi vagamente i numeri che componevano il codice ma evidentemente mi sbagliavo, e di brutto anche. Bagno di bestemmie nonostante i miei innumerevoli sforzi di smettere con le imprecazioni contro l'onnipotente e i suoi affiliati in affari.

Per cambiare questo codice di merda e bastardo, o per toglierlo, a seconda delle necessità, bisogna prima di tutto inserire questt'ultimo suddetto cane fregasoldi. Ebbene io, l'ho sbagliato per tutte e tre le stramaledettissime volte necessarie per far comparire il messaggio SIM Bloccata. Vaffanculo. Sono sempre contento quando i sistemi di sicurezza mi si rivoltano contro.

2 giorni di vita, cazzo. 2 Giorni!
Mentre mi incammino in città bassa vedrò di inventarmi una scusa buona per non farmi ridere in faccia dall'addetta del centro assistenza clienti della TIM. Mi rendo conto che in effetti, sembra una barzelletta.

Se mi danno un'altra scheda, giuro che metto il PIN e il PUK in cassaforte. Peccato io non abbia nessuna cassaforte.